Arte e cultura

Nato nel 2000 e dotato di un grande Planetario, collegato al telescopio, è il più importante centro scientifico e di divulgazione della pianura bolognese. Le sezioni sono cinque: astronomia, storia naturale, naturalistica, entomologia e fisica.

Chiamato a recuperare un’area degradata di San Giovanni in Persiceto, Gino Pellegrini trasforma Piazzetta Betlemme in un esperimento straordinario. Pennellata dopo pennellata, sulle pareti delle povere case prendono forma le idee dell’artista e i racconti dei residenti.

Anche a San Giovanni in Persiceto, microcosmo di città, i portici sono un elemento distintivo, dovuto all’influsso della dominazione bolognese ma anche risposta ragionevole alle esigenze del buon vivere padano.

Costruito a fine Settecento al posto del precedente teatro ligneo, il prezioso teatro all’italiana è collocato all’interno del Palazzo Comunale.

Il Carnevale di San Giovanni in Persiceto è una festa in maschera fra le più belle e colorate della regione, che attira ogni anno migliaia di spettatori per vivere momenti di divertimento puro.

L’Africanetto di Persiceto è un biscotto dal colore giallo vivo ottenuto dall’amalgama di tuorli d’uovo e zucchero finemente lavorati e cotti in appositi stampi a temperatura moderata.

Realizzato nella secentesca canonica arcipretale a fianco della Chiesa Collegiata, il Museo custodisce gli arredi sacri storici e le opere d’arte più pregevoli della comunità persicetana dal XV al XVIII secolo.

Cuore del cosiddetto “Borgo rotondo”, l’originario nucleo concentrico di fondazione longobarda dove si affacciava l’antica pieve di San Giovanni Battista, Piazza del Popolo ben rappresenta ancora oggi l’identità di Persiceto.

Una vera sorpresa è apparsa negli anni Novanta nell’antico refettorio di San Francesco. Nell’aprire un passaggio, i muratori si arrestano di fronte a piccoli frammenti colorati che spiccano tra le macerie e dietro un muro di “ringuscio” ricompare un affresco raffigurante l’Ultima Cena.

La presenza della ferrovia e l’apertura della stazione nel 1887 favorirono in quest’area la costruzione del primo mulino “moderno” destinato alla produzione di fecola.

Nel Medioevo l’uso di concedere in enfiteusi vasti appezzamenti di terreno paludoso al fine di renderli coltivabili era molto diffuso in Emilia e risalgono al lontano XII secolo i primi contratti tra il Vescovo di Bologna o l’Abate di Nonantola con i capifamiglia del Borgo Rotondo.

Esposizione unica di locomotive e mezzi agricoli antichi, perfettamente restaurati e funzionanti, questo Museo esperienziale consente di conoscere le avanzate tecnologie agricole e stradali applicate nel territorio a cavallo del Novecento.