

Santuario di Santa Clelia Barbieri
Santa Clelia è il frutto bello di questa terra, spuntato e cresciuto in fretta e mai spento perché la sua vita continua a portare frutto. Le sue figlie, le Suore Minime dell’Addolorata, testimoniano come l’amore al Signore non conosce mai fine, anzi cresce e si moltiplica nel tempo.
Le Budrie
In tutto il territorio Persicetano, da Amola a San Matteo della Decima , da Lorenzatico a Zenerigolo, al Poggio e Tivoli, tutte testimoniano quanto sia antica , diffusa e continua la presenza della Cristianità nella nostra area. Presenza Cristiana che oltre a chiese, cimiteri ed edifici che accoglievano e accolgono tuttora i fedeli per i riti religiosi, ha fatto sorgere nei secoli opere di misericordia e assistenza ai bisognosi (es. ospedali, confraternite) e di educazione e trattenimento (oratori, scuole, centri di addestramento al lavoro, teatri, campi sportivi).
Presso Le Budrie, borgata a sud del Comune di San Giovanni in Persiceto, che in passato era frazione col nome di san Bartolo, si trova la chiesa di Santa Maria delle Grazie e il santuario di Santa Clelia Barbieri.
In un antico documento vescovile del 1378 si nomina in località Budrie la chiesa locale allora intitolata a Santa Maria delle Grazie, come anche in un altro documento del 1269, Nonantolano, è nominata invece la chiesa del vicino Castagnolo.
Alle Budrie vi è dunque da secoli la chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria Annunziata, e includendo la stessa vi è il Santuario di santa Clelia Barbieri composto anche dall’oratorio di San Giuseppe in cui sono custodite le spoglie della Santa, la ‘casa del maestro’ e la casa madre delle Suore Minime dell’Addolorata.
L’ antica chiesa parrocchiale fu molte volte modificata nei secoli e in particolare fu ampliata e modificata in modo radicale tra il 1905 e il 1928, fino a raggiungere l’aspetto attuale. Accanto alla chiesa, tra il 1676 e il 1682, su disegno degli architetti Canali e Barella, fu edificato il campanile, la cui cupola venne aggiunta solo nel secolo XIX e poi ricostruita nel 1930.
L’interno della chiesa è a una navata, con due appendici laterali per formare una croce latina, e con altare principale e sei altari laterali. Nell’abside vi è una tela di Santa Maria Annunziata e nel primo altare a sinistra entrando vi è un dipinto del Transito di San Giuseppe di autore non specificato. Nel secondo altare, sempre a sinistra, si trovano i quadri vincitori di un concorso bandito per raffigurare santa Clelia. Al centro il quadro vincitore e ai lati i bozzetti dei due premiati al secondo e terzo posto. Negli altri altari vi sono nicchie per statue di sant’Antonio, della Madonna di Lourdes e raffigurazioni del Sacro Cuore e il Gesù Misericordioso di santa Faustina Kowalska.
Il 31 gennaio 1993 la chiesa è stata denominata ‘Santuario Diocesano’.
Nell’oratorio di san Giuseppe attiguo e comunicante a destra alla chiesa, vi sono in un ‘urna le spoglie mortali di Santa Clelia Barbieri, nata nel 1847 e morta nel 1869 a soli 23 anni dopo aver guidato per pochi anni alcune giovani coetanee da lei radunate nella ‘casa del Maestro’ ( frequentata già dagli ‘Operai della dottrina cristiana’) per accudire i bambini delle madri impegnati nei lavori agricoli, aiutare i poveri, i malati, catechizzare ragazzi e ragazze.
Quella inizialmente pur piccola famiglia religiosa fu approvata in breve dalla Chiesa come congregazione delle “Suore Minime dell’Addolorata” e in seguito, sviluppandosi, da molte località italiane si è sparsa nel mondo con centri in India, Tanzania e Brasile. La maggiore e precipua attività si svolge in ospedali, scuole d’infanzia e insegnamento.
Clelia Barbieri, dapprima dichiarata beata nel 27 ottobre 1968 da Papa Paolo VI, fu poi proclamata santa da Giovanni Paolo II il 9 aprile del 1989. E’ stata anche definita patrona dei catechisti.
Ogni anno il 13 luglio, giorno della sua nascita al cielo (e anche della sua nascita terrestre), si tiene una celebrazione in suo onore nell’ampio spazio dietro la chiesa con partecipazione di migliaia di persone che convengono da ogni parte d’Italia.
L’ oratorio di san Giuseppe, costruito nel seicento, poi modificato più volte e restaurato nel 1989, fu dedicato alla Santa dal cardinale Giacomo Biffi.
Le spoglie di Clelia sono contenute in un’urna opera di Cesarino Vincenzi: ai lati vi sono due angeli dello scultore Mauro Mazzali. Sulla parete di fondo dell’oratorio si può ammirare una rappresentazione del Transito di San Giuseppe, opera ( 1626 ) di Vincenzo Spisanelli.
Uscendo dall’oratorio, sulla sinistra si trova la ‘casa del Maestro’, dove la santa si era ritirata con le sue compagne e poi vi spirò’, e poco distante vi è la casa madre della congregazione delle Suore Minime dell’Addolorata.