

Ora riconosciuto Cimitero Monumentale, il Cimitero di Persiceto è un luogo di grande valore storico e artistico. Le sue architetture neoclassiche, le tombe monumentali e le opere scultoree di celebri artisti raccontano l’evoluzione della società persicetana attraverso i secoli.
A fine Settecento, in un terreno di proprietà della soppressa Confraternita di Santa Maria della Scoppa, venne individuata l’area sulla quale edificare un cimitero fuori dal Paese. Immediatamente furono intraprese le opere necessarie a costruire un primo muro di recinzione che pare fosse già terminato ad inizio Ottocento. Fulcro del Cimitero Monumentale è il primo recinto dove, secondo i documenti conservati nell’archivio storico comunale, dal 1817 vennero concessi “depositi” sia ai cittadini sia al clero, in egual misura. Spiccano le sepolture monumentali del canonico Giuseppe Sassoli, di Dionigio Masetti e delle famiglie Lodini, Zecchi, Maccaferri e Sacchetti. Diverse raffinate opere del periodo Neoclassico sono dello scultore persicetano Vincenzo Testoni.
Al centro del primo recinto si erge la Cappella realizzata dall’ingegnere comunale Luigi Gamberini a metà Ottocento. Essa si presenta in forme neoclassiche con un ampio timpano e colonne coronate da capitelli ionici. Il portale esibisce l’insegna araldica con il pesco, stemma di San Giovanni in Persiceto. Nello stesso periodo fu costruito anche il nuovo ingresso al cimitero con cancellata in ferro, ampliato per agevolare l’accesso dei carri funebri. A questo primo recinto porticato se ne aggiunse un secondo nel 1855, a causa dei numerosi decessi dovuti all’epidemia di colera, mentre solo a partire dal Novecento il cimitero si estese con le nuove arcate verso sud, occupando anche lo spazio interno dei cortili con eleganti celle e tombe di famiglia.
Nei primi due cortili trovano spazio alcune delle tombe monumentali di maggior pregio e sono ospitati personaggi storici illustri, sia a livello locale che nazionale, come lo storico delle religioni Raffaele Pettazzoni, Giuseppe Fanin il sindacalista ucciso in un agguato nel 1948, per il quale è stato aperto un processo di beatificazione, e Giuseppe Gherardo Forni, medico e rettore all’Università di Bologna dal 1956 al 1962. Il suo sarcofago, all’antica, è adagiato su un selciato che simula un basolato romano. Una storia particolare è legata alla tomba del musicista Enrico Barbi voluta dalla figlia Alice, nota cantante, musicista e compositrice che si è esibita in numerosi teatri e corti d’Europa. La figlia di Alice, Alexandra, sposerà Giuseppe Tomasi di Lampedusa autore de Il Gattopardo.
Nel lungo porticato del primo cortile occhieggiano alcuni busti in marmo di uomini e donne, tra questi quello del commerciante Nicola Masina realizzato nel 1896 dal famoso artista bolognese Giuseppe Romagnoli, di Mauro Forni amministratore dell’ospedale, e di Vilelma Chierici che, dopo essere emigrata in Argentina, volle ritornare per sempre nella sua terra natale. Nel porticato di destra si trovano altre tombe importanti: Serafino Sacenti con i ritratti in marmo dell’intera famiglia eseguiti a fine Ottocento dalla ditta Venturi, famosi marmisti persicetani che hanno lasciato innumerevoli testimonianze della loro maestria nella Certosa di Bologna e in tante chiese e palazzi non solo del nostro territorio. Francesco Savorini, produttore di liquori conosciuti ed esportati in tutto il mondo.
Dall’inizio del Novecento assistiamo al mutare del gusto dal Verismo al Liberty; ad ornare le sepolture sono decorazioni in marmo e in ferro battuto di grande pregio. Tra gli scultori chiamati a dare forma alla memoria si segnalano Pasquale Rizzoli. (ritratto di Nicola Masina), Alfonso Borghesani (cappella Gardini, cella Zecchi), Pietro Veronesi (cella Cocchi Veronesi). Passeggiando si possono ammirare fiori, angeli, simboli funerari e mosaici che conferiscono un aspetto di maggiore ricchezza rispetto ai recinti più antichi, testimoni del cambiamento sociale, oltre che artistico, rappresentato dalla ricca borghesia del tempo. Ideati per sottolineare il contributo dei cittadini persicetani alle varie campagne di guerra, i monumenti collettivi sono semplici, privi di decorazioni, ma significativi della memoria: I Reduci delle Patrie Battaglie, I Caduti della Grande Guerra e quello ai Partigiani, introdotto dalla citazione dantesca “libertà va cercando, ch'è sì cara”.
Indirizzo e informazioni di accesso:
Circonvallazione Vittorio Veneto, 21, 40017 San Giovanni in Persiceto BO
🕙Inverno:
07:30 - 17:30
🕙Estate:
07:30 - 19:30
Per ulteriori informazioni contattare:
Iat-R Pianura bolognese - Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica
Via Cento 9/A San Giovanni in Persiceto
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