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Chiesa della Beata Vergine della Cintura

"Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'etterno consiglio, tu se' colei che l'umana natur nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura  (Dante, Paradiso, Canto XXXIII)

Piazza Garibaldi è una piazza ariosa, che, se non fosse per la storicità degli edifici che fanno da quinta al suo lato orientale, rivelerebbe ancora la sua antica spaziale vocazione di foro boario e di mercato cittadino, creatisi a ridosso della Rocca medievale, smantellata nella seconda metà del '500.

E' proprio in questo scorcio di secolo che si decide la costruzione di una nuova chiesa (1574), sanzionata tre anni dopo dall'Arcivescovo di Bologna Card. Gabriele Paleotti, con la pressoché contestuale canonica erezione della Società detta "Stretta dei Battuti della morte", antichissima confraternita, che ne gestisce la costruzione e che ne prende pieno possesso nel 1603 con la denominazione di "Venerabile Compagnia del Corpo di Cristo" o "del Santissimo Sacramento."

E' solo nel 1639 che la chiesa accoglie la nuova confraternita della "Beata Vergine della Consolazione”, detta anche ‘della Cintura’, diventando denominazione preponderante sulle precedenti.

Nel 1712 viene costruito, retrostante alla chiesa, un nuovo oratorio, mentre è solo nel sesto decennio di questo secolo che le due compagnie decidono di dotarsi di un nuovo e più prestigioso luogo di culto, erigendolo su progetto del famoso architetto bolognese Alfonso Torreggiani, in chiave classico-tardo barocco.

Quest'ultima - a cui dal 1734 si salda, tangente all'abside, il nuovo "Ospedale degli Infermi" (oggi Biblioteca comunale) ci perviene inalterata fin ai nostri giorni, anche nella sua elaborazione interna a navata unica, ma si arricchisce tra la fine del secolo e il successivo '800 di prestigiose opere, che il visitatore, incappando nella rara apertura , può ammirare sovrastato per imponenza e qualità artistica, dal neoclassico altare maggiore, opera di uno dei più apprezzati scultori bolognesi; Giacomo De Maria; lo stesso che, a distanza di venti anni elabora anche la scultura in stucco della Beata Vergine della Cintura con bambino, incastonandola nella sua ancona, idealmente custodita dalla due gigantesche figure a tutto tondo di Mosè e re Davide.

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